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dalla mia finestra…la torre del bramante

In questi giorni di chiusura totale della città dovuta al Covid-19, ho modo di osservare lo spazio intorno a me da una prospettiva differente, la mia finestra.

Ovviamente nulla è nuovo, solo lo sguardo è cambiato: prima davo un’occhiata fugace per vedere come si sarebbe prospettata la giornata, se avrebbe piovuto o se il sole splendeva. In questi giorni invece il mio mondo è in casa e non mi preoccupo più tanto del tempo, ma la finestra è diventata uno nuovo strumento per osservare il “modo fuori”.

Da qui posso vedere l’edifico che, insieme alla Piazza Ducale, rappresenta Vigevano:  la Torre de Bramante. La sua costruzione in realtà è precedente all’intervento bramantesco, fu infatti edificata a più riprese a partire dal 1198 e a Bramante si attribuisce la sua parziale riedificazione (ad esclusione della lanterna, che risale al XVII secolo) avvenuta all’interno degli interventi voluti da Ludovico Il Moro e che portarono ad una vera e propria ristrutturazione degli edifici, da castello difensivo a “speciosa dimora“.

La torre è visitabile, acquistando un biglietto presso l’Infopoint, e si può raggiungere il primo camminamento di gronda. Da lì, nelle belle giornate si può osservare un grandioso paesaggio che spazia a 360° e che premette di vedere l’arco alpino e le colline dell’Oltrepo. Se si abbassano gli occhi, sotto di noi si apre la grandiosità della piazza e – spostandoci dall’altro lato – le immense dimensioni del Castello (uno dei più grandi d’Europa!)

La sua struttura a gradoni digradanti ricorda da vicino, per chi  la conosce, la Torre del Filarete del Castello di Milano. La torre milanese crollò nel 1521 a causa di uno scoppio (era divenuta il deposito per la povere da sparo) e l’architetto Luigi Beltrami nella sua ricostruzione del Castello iniziata alla fine dell’Ottocento, fece un’approfondita analisi filologica per tentare di realizzare una struttura quanto più simile all’originale. Tra le varie fonti, si servì di un dipinto di scuola leonardesca (la Madonna Lia) e le torri dei castelli di Cusago e Vigevano furono utilizzate come modelli.

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