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I medaglioni della Piazza Ducale

Con il 2 giugno il Castello Visconteo Sforzesco ha finalmente riaperto ed ora è possibile anche effettuare le visite al suo interno (ovviamente rispettando tutti i requisiti necessari alla sicurezza legati al Covid-19).

Della storia costruttiva del Castello e della Piazza ho già avuto modo di parlare – sicuramente riprenderò l’argomento perché merita un approfondimento – ma oggi vi voglio raccontare di una specifica parte della complessa decorazione della Piazza Ducale, i medaglioni affrescati che si trovano oltre gli archi.

la decorazione di Piazza Ducale

La piazza presenta una decorazione ricchissima che si ripete in maniera uniforme per tre lati (il quarto, corrisponde alla facciata del Duomo, più tarda), con le uniche interruzioni in corrispondenza degli accessi alle vie prospicienti in cui sono presenti degli archi trionfali dipinti (sul lato occidentale ad un’unica arcata e su quello occidentale – esattamente di fronte alla rampa di accesso al castello – a tre fornici). La decorazione ad affresco è estremamente ricca: tra gli archi vi sono una serie di medaglioni in cui sono rappresentati personaggi, motti, proverbi e imprese; oltre il colonnato corre un ricco fregio marcapiano, più sopra vi è una serie di colonne a candelabra che incorniciano le finestre del primo piano, a conclusione della decorazione parietale vi è un altro fregio in cui sono raffigurate una serie di immagini che richiamano figure fantastiche (fauni, arpie, centauri). La decorazione originale della fine del XV secolo è andata quasi del tutto perduta e la situazione attuale ricalca per la maggior parte le ridipinture che furono effettuate dai pittori vigevanesi Casimiro Ottone e Luigi Bocca all’inizio del Novecento (i quali si basarono su lacerti originali). Un restauro effettuato negli anni Novanta del secolo scorso ha smorzato gli interventi del restauro precedente, evidenziando soprattutto le poche parti che risalgono alla prima decorazione.

Oggi mi soffermo sui medaglioni presenti tra le arcate della Piazza Ducale. Questi furono in gran parte rifatti nell’intervento del primo Novecento, ma sono comunque interessanti per la varietà di temi presentati. Sul lato ovest sono rappresentati i volti di personaggi noti alla corte Sforzesca, come Beatrice D’Este (moglie di Ludovico il Moro) o di Francesco I Sforza, l’iniziatore della dinastia. Sul lato opposto invece campeggiano le immagini dei personaggi dell’Antica Roma, come gli imperatori Tiberio o Germanico.

I medaglioni più interessanti sono però quelli in cui sono raffigurati motti, proverbi e soprattutto le imprese della casata Sforza. Le imprese sono rappresentazioni simboliche, il più delle volte accompagnate da un motto, che ricordano spesso un fatto accaduto o qualche oggetto direttamente legato al personaggio che le ha commissionate, e la cui principale funzione è quella di propaganda ed esaltazione del potere personale. Le grandi dinastie italiane hanno fatto un grande uso di queste simbologie, ma Ludovico forse è stato colui le ha utilizzate con maggior enfasi.

Ecco alcuni esempi di quelle più interessanti che si possono trovare in piazza:

impresa della scure

L’impresa della scure. Questa impresa è legata al fondatore della dinastia Sforza (Muzio Attendolo da Cotignola); secondo la leggenda, questi avrebbe lanciato una scure contro un albero per decidere se intraprendere la carriera militare nel caso si fosse conficcata nel tronco, cosa che avvenne. Il nome Sforza gli fu dato in virtù della sua forza e da qui deriva quindi il patronimico della famiglia. Il figlio Francesco I fu il primo duca a succedere ai Visconti. Ludovico la usa a rinsaldare la sua posizione legandosi alle origini della dinastia.

impresa del caduceo

L’impresa del caduceo. Unisce al simbolo di Mercurio due draghi affrontati e il motto “Ut iungor”. E’ legata al matrimonio con Beatrice d’Este (probabilmente realizzata in quell’occasione) e compare sempre a sancire il legame tra Ludovico e la moglie (ad esempio i duchi indossarono una veste ricamata con tale impresa al battesimo del loro primo figlio Ercole Massimiliano). Oltre al significato di unione, la verga alata di Mercurio tra i draghi si presenta come simbolo di pacificazione: Ludovico paciere tra le varie istanza cittadine e tra i vari stati italiani

impresa dei tizzoni

L’impresa dei tizzoni ardenti. E’ rappresentata con alcuni legni in fiamme da cui pendono dei secchi colmi d’acqua, accompagnata spesso dal motto “Humentia siccis” (l’umido con il secco), a significare che l’ardore viene mitigato dalla temperanza. E’ stata creata da Galeazzo II Visconti e viene spesso utilizzata (sempre in chiave dinastica) anche da Francesco I Sforza e da Ludovico il Moro.

Perché queste immagini sono così importanti? Perché rappresentano soprattutto per Ludovico un vero e proprio proclama politico con cui egli vuole rimarcare la sua preminenza a capo dello Stato prima e come Duca poi. Spesso riutilizza le imprese preferite dal patriarca della dinastia Francesco I Sforza, ma ne realizza anche di proprie (ad esempio quella del Caduceo, come abbiamo visto), sempre con il fine di sottolineare la propria importanza. Queste imprese vengono poste ovunque, si trovano nei codici miniati del tempo, affrescati sulle pareti (come in questo caso), e molte si vedono tessute nei vestiti. Il caso forse più emblematico è il suo ritratto attribuito a Antonio Boltraffio (collezione privata), dove la veste è completamente ricoperta da una serie di imprese di preciso significato politico. Ludovico stesso diventa un’impresa con la M di Moro sul berretto a rimarcare la sua unicità!

Riuscirete a trovare le immagini che ho mostrato, nel vostro giro in piazza?

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